nella prossima vita non sarò baby-sitter

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herondale‚
view post Posted on 18/10/2011, 21:30




Stephen Raine

C'erano momenti in cui Stephen si rendeva conto di non aver imparato nulla della vita nonostante la veneranda età; i suddetti momenti erano ad esempio quando cucinando bruciava l'ennesima pietanza obbligandosi perciò ad ordinare a domicilio, o quando ancora si ostinava - come in quel momento - a credere che una chiamata di Magnus Bane potesse significare qualcosa di buono.
Perché non imparava mai?
Si ritrovava all'Istituto di Manhattan - dal quale si era tenuto lontano con un successo più che discreto fino ad oggi - a camminare per un corridoio anonimo quanto poteva potenzialmente esserlo tutto il resto dell'edificio, con Magnus di fianco che sembrava dell'umore che si potrebbe avere in gita scolastica o qualcosa del genere. Meta? Un branco di mocciosi Nephilim, feriti chissà come e perché (chiaramente un combattimento, ma non ci teneva a sapere i dettagli) per dispensare arti curative che Bane avrebbe potuto tranquillamente dispensare da solo.
«Aiutami a ricordare» riprese lanciandogli un'occhiata in tralice «da cosa mi sono fatto convincere e conseguentemente fregare?» domandò, eloquente, mentre voltavano un angolo. Aveva abiti mondani visto che la strada fino a lì se l'erano fatta normalmente, e i capelli erano legati nella solita coda morbida che tanto coda nemmeno sembrava.
 
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view post Posted on 18/10/2011, 21:37



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Jake Lancaster e la Magnifica apparizione di Magnus Bane

Magnus... beh. Era impossibile descriverlo. Glitter in ogni dove, non lo diciamo neanche, profusione di piume e lustrini e un mantello lunghissimo che sfiorava il pavimento quando camminava.
Sorrise innocentemente. «Vale "dall'immenso amore che provi nei miei confronti", Steph?», replicò con una sbrilluccicata d'occhi che non ingannava proprio nessuno.
Sventolò la mano, le piume sulla manica resero il movimento ancora più buffo e assurdo. «Oh, insomma, non fare quella faccia. Le cose tra i Nascosti e i Nephilim sono cambiate moltissimo dopo l'ultima battaglia, e adesso il minimo che possiamo fare è aiutarli.», aggiunse, ricordandogli per l'ennesima volta il concetto che gli aveva ripetuto fino allo sfinimento. In realtà, lui non ci metteva nulla a convincere Stephen a muoversi da qualche parte, ma adorava far finta di faticare per riuscirci. Era una sua dote naturale (?).

Jake, da parte sua, era nel suo alloggio, steso sul letto. Aveva una pezza bagnata sugli occhi, le mani stese sui fianchi, e la divisa da Shadowhunter aperta sul petto. Le bende erano state appena cambiate ma erano già parecchio sporche di sangue. Respirava affannosamente, anche se ancora cercava di morire nel tentativo di regolarizzare il fiato.
Stolto (?).
 
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herondale‚
view post Posted on 18/10/2011, 21:43




Alzò gli occhi al soffitto in un'espressione impagabile.
«Ti amo quanto potrei amare i bisogni di Jake ai piedi del mio letto al mio risveglio, Magnus.» osservò piccato, ma una sfumatura del tono di voce rendeva quella frase meno offensiva di quanto le semplici parole la rendessero in realtà.
«Ragionamento ineccepibile. Non fosse il fatto che circuisci Nephilim, cosa che rende il tuo parere su di loro poco obiettivo e attendibile.» lo punzecchiò senza nemmeno impegnarsi a nasconderlo, voltando l'ennesimo angolo e venendo infine guidato verso una stanza, che fu aperta per loro dalla Cacciatrice che faceva loro da guida da quando avevano messo piede nell'Istituto.
Sospirò appena, muovendosi subito dopo Magnus e fissando quasi subito l'attenzione su quello che supponeva avrebbe dovuto definire "paziente" in un certo senso; sbuffò appena, lanciando stavolta un'occhiataccia al collega: «Grazie, non vedevo l'ora di fare il pediatra ai bambini Nephilim suicidi.» disse notando senza troppa difficoltà la ferita e l'inutile quanto sciocco tentativo di quel ragazzo di regolarizzare il respiro - probabilmente provocandosi anche più dolore.
Giusto: cos'è la vita senza un po' di masochismo?
 
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view post Posted on 18/10/2011, 21:50



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Magnus fece un sorriso entusiasta: «oh, ma Alec è diverso.», ribatté prontamente, seguito da Stephen nella stanza. Osservò il ragazzo e sentì il commento dell'amico.
«Steph, in confronto a noi anche i novantenni sono bambini. Non fare il puntiglioso.», lo rimproverò.
Jake mosse appena il viso, interrompendo quella pratica masochista. «Mina?», chiamò la Cacciatrice che aveva aperto la porta a Magnus e Stephen. «Chi è?», domandò confuso, le braccia erano intorpidite e non aveva neanche la forza di alzarle per scostare lo straccio sugli occhi.
Magnus sorrise, quasi intenerito. «Servizio in camera. Hai ordinato a tua insaputa due Stregoni pronti a salvarti la vita.», replicò precedendo un qualunque commento acido di Stephen.
Jake sbuffò: «non ne ho affatto bisogno.», replicò spavaldamente, sebbene la macchia rossa che si allargava sulla fasciatura urlasse esattamente l'opposto.
Mina roteò gli occhi, dalla porta: «Bane, nella stanza affianco ci sarebbe un'altra ferita grave quanto quella di Lancaster. Potresti venire? E' urgente.», chiese allo stregone, che roteò su se stesso in un trionfo di piume: «lascio a te il bimbo Lancaster, Steph. Non essere troppo cattivo ♥», lo avvisò, uscendo dalla stanza.
Mina si trattenne solo un attimo in più: «siamo riusciti a togliere il veleno abbastanza in fretta, ma lo ha intorpidito. In più, la ferita si sta rimarginando troppo lentamente. Grazie mille, Raine.», lo ringraziò brevemente, brusca com'era di carattere, e chiuse la porta andando a guidare Magnus verso gli altri Nephilim.
Jake era rimasto in silenzio, le labbra appena imbronciate.
 
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herondale‚
view post Posted on 18/10/2011, 22:00




Non disse nulla riguardo ad Alec: non aveva mai incontrato il ragazzo, ma sapeva che se Magnus si prendeva una sbandata tale beh, non c'era molto da dire e Stephen per riflesso lo avrebbe rispettato.
Ascoltò lo scambio tra Magnus e Mina, e il commento che trovò a dir poco ilare del giovane e che era brutalmente smentito dalla sua ferita; alla raccomandazione di Magnus lo fissò, le braccia incrociate al petto: «Tu non essere troppo scemo, invece.» brontolò di rimando, ma per nulla convinto, distraendosi all'ulteriore spiegazione di Mina, annuendo impercettibilmente e per riflesso.
Al grazie, sebbene non visto si imbronciò leggermente: «Grazie a Bane, gli cadessero tutte quelle piume che si mette addosso.» sbottò brusco a mezza voce, riportando lo sguardo sul giovane ferito.
...E va bene, si disse, ma solo per stavolta. Si mosse per recuperare la sedia tenuta in un angolo, portandola di fianco al materasso e sedendovisi: «Va bene. Via la pezza bagnata.» comunicò più come se dovesse ricordare le fasi a se stesso che non avvisare Jake, togliendo lo straccio dagli occhi e puntandovi il proprio sguardo con fare studioso più che altro.
«Non paiono vacui.» constatò ancora a se stesso, portando rapidamente l'attenzione sulla ferita: «Devo toglierti la fasciatura. Puoi essere collaborativo, o devo tagliarla?» domandò abbastanza spiccio. In realtà aveva idea che fosse meglio tagliarla, per toglierla serviva muoverlo e non sapeva quanto dolore avrebbe portato la cosa.
 
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view post Posted on 18/10/2011, 22:09



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Jake strizzò appena gli occhi, vagamente intorpiditi dal calore umido della pezza, e riuscì a stento a ricambiare lo sguardo dello Stregone prima che egli emettesse il suo verdetto.
Mugugnò qualcosa di indistinto, per poi tentare di sollevare un braccio. L'altro.
«Non riesco nemmeno ad alzare le braccia, immaginare di muovere i fianchi è un'utopia, fai te.», replicò acido, abbandonando lievemente la testa di lato. Socchiuse gli occhi, gli faceva male pure tenerli aperti.
Ora che aveva emesso fiato per parlare, il respiro era tornato affannoso ed ebbe una fitta dolorosa che dalla ferita si estese come una scossa elettrica in tutto il corpo, ma che lui negò stoicamente con un «ngh.», appena soffocato.
...Come aveva fatto a farsi questa ferita così stupida ancora se lo chiedeva.
 
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herondale‚
view post Posted on 18/10/2011, 22:17




Fece schioccare le labbra in un verso stizzito: «Da qualcuno che dice di non aver bisogno di cure, chi mai immaginerebbe che non può nemmeno muovere le braccia?» ironizzò, recuperando comunque delle forbici e tagliando la fasciatura con più cura di quanto ci si potesse aspettare da uno che ti dava una risposta simile.
Le scostò cercando di non tirarsi dietro pezzi di corpo, possibilmente, ed esaminò la ferita con attenzione; si richiudeva troppo lentamente, in effetti: «A vederla verrebbe il dubbio che ci sia ancora veleno, ma confido che sappiate toglierlo tutto, quindi...» lasciò cadere il ragionamento a metà, chinandosi appena su di lui per annusare la ferita e pentendosene dopo una manciata d'istanti.
«Sfido che non si chiude.» sibilò, adoperandosi quindi per occuparsene: non era certo un intervento difficile con la magia, più fastidioso forse, ma neanche troppo doloroso per fortuna.
Per qualche minuto fece il suo lavoro nel completo silenzio. Infine, quando fu certo di aver concluso, scostò appena la sedia ma rimase seduto.
«Ti ho lasciato spazio di lato» avvisò «solitamente le persone danno di stomaco. Vorrei evitare il tuo pranzo sulla mia giacca, cucciolo di Nephilim. Nulla di personale.» comunicò.
Ora doveva aspettare e vedere se la ferita si richiudeva più velocemente.
 
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view post Posted on 19/10/2011, 21:04



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Jake gli lasciò fare tutto, senza dire assolutamente nulla. Non riuscì a trattenere qualche mugolio stizzito e malamente represso per alcuni movimenti, ma nel complesso era rimasto totalmente in silenzio.
Non sentì più alcun rumore né avvertì su di sé il tocco magico dello Stregone, e sentì lo strascico della sedia sul pavimento, seguito dalla spiegazione successiva.
Sbuffò: «io non vomito.», ribatté come se fosse un merito. Lui non avrebbe mai ceduto, vomitando davanti a un'altra persona, davanti a uno Stregone poi.
Aprì leggermente gli occhi, abbassando lo sguardo per vedere la ferita. Ma aveva ancora gli occhi intorpiditi per la pezza bagnata e vedeva poco e niente. «Com'è?», chiese sbrigativo, il respiro che andava già più lentamente.
La ferita intanto non sembrava dar segno di voler accelerare la guarigione, ma neanche di peggiorare. Stabile, inspiegabilmente, almeno per il momento.
 
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herondale‚
view post Posted on 19/10/2011, 22:10




Al suo sbuffo e a quel puntualizzare si limitò ad alzare gli occhi al cielo in una leggera esasperazione, senza replicare; dopotutto, non smaniava certo per scoprire cosa avesse mangiato il Cacciatore a colazione.
Alla domanda, occhieggiò la ferita come se ne avesse già dimenticato l'aspetto: «Stabile. Non si sta rimarginando, per il momento.» disse con calma, alzandosi però nuovamente dalla sedia. Non era tipico di lui, fare l'infermiere, né la balia; ma su una cosa Magnus aveva colto nel segno chiamando lui: aveva il cuore troppo tenero per lasciar soffrire una persona quando poteva fare qualcosa.
Prese la pezza bagnata, individuando facilmente la bacinella. Ne testò la temperatura dell'acqua con un dito, dopodiché vi immerse nuovamente la stoffa, imbevendola prima e strizzandola poi.
A quel punto gliela posò sugli occhi - assicurandosi che fossero chiusi - in modo che potesse trarne sollievo finché la sensazione di intorpidimento non fosse passata.
Tornò quindi a sedersi, il tutto senza una parola.
 
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view post Posted on 19/10/2011, 22:14



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Sospirò, lasciando che l'altro gli rimettesse la pezza sugli occhi. Mise la testa dritta, le labbra chiuse, il respiro ormai regolare.
Poi, senza alcun segno premonitore né un sussulto, si inarcò in preda a un conato, sollevando quasi tutta la schiena dal materasso, testa e bacino a fare da perno. La pezza scivolò sulla fronte rivelando un paio d'occhi cerulei sgranati, la bocca aperta in un muto e singhiozzante urlo di dolore, che si sfogò un grugniti gonfi di lamento inespresso, quando ricadde sul materasso. La ferita, che non si stava affatto rimarginando, si arrossò ulteriormente e minacciò di riprendere a sanguinare.
Il respiro si fece nuovamente affannoso, le braccia rimasero molli ai fianchi, ma le dita nervosamente accartocciarono la parte di lenzuola disponibile. Aveva ancora la testa appena ruotata all'indietro e nel respiro affannoso di tanto in tanto deglutiva, il pomo d'adamo che andava su e giù.
Ma cosa...?!
 
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herondale‚
view post Posted on 19/10/2011, 22:27




Quando inarcò la schiena in preda al conato, non si stupì più di tanto: supponeva proprio che non importasse quanto decideva di non vomitare, il fisico avrebbe deciso indipendentemente dalla sua testardaggine e dal suo orgoglio.
Ad allarmarlo, in realtà, fu la reazione della ferita; fu subito in piedi e nuovamente al suo fianco, esaminandola febbrilmente con lo sguardo: non aveva idea nemmeno di quale demone l'avesse causata all'inizio ma, a giudicare dall'aspetto ora, era palese.
«...Per questo odio questo genere di incarichi.» sibilò, posando una mano sopra la ferita, ma senza contatto fisico naturalmente. Socchiuse gli occhi, intonando con un tono basso ma melodioso quello che poteva essere scambiato per una strofa di un canto in una lingua sconosciuta, ma che in realtà era la semplice recitazione di un incanto.
Non serviva a richiudere la ferita, ma avrebbe aiutato il ragazzo a sentire meno dolore possibile; incanto non richiesto, esatto. Ma non riusciva ad essere senza cuore, anche se una lezioncina sul dolore non avrebbe fatto male al ridimensionamento dell'ego del biondo.
Certo che ora sentisse un po' meno dolore, si adoperò per l'incanto vero e proprio, specifico per le ferite e il veleno del demone che aveva ormai identificato.
Magari glielo avessero detto non sarebbe stato male, tch.
 
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view post Posted on 19/10/2011, 22:34



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Girò la testa di lato in uno scatto, quando la magia dell'altro ebbe effetto. Non sentì dolore, e maledì quello stupido Stregone per una simile premura non richiesta. Il dolore se lo meritava eccome, doveva soffrire e imparare sulla sofferenza, e invece lui cosa faceva? Gliela leniva.
Non mosse la testa, portando solo lo sguardo verso l'alto. Ansimava di nuovo con più forza, sussultando lievemente di tanto in tanto mentre lo Stregone cominciava a guarirlo sul serio.
«Che... diav...», sibilò più tra sé e sé. Quell'ultimo attacco era stato terribile. Ancora peggio di quando il Demone lo aveva ferito. Tutti puntini neri e poi il nulla... invece aveva visto tutto, inarcandosi all'indietro. Il dolore aveva raggiunto livelli disumani - che battuta.
Non gli rimaneva che aspettare la fine di quell'incanto di guarigione, e di sentirsi meglio almeno quel che gli bastava per distinguere le forme dello Stregone, fino ad adesso ancora indistinte ai suoi occhi annebbiati.
 
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herondale‚
view post Posted on 19/10/2011, 22:40




Era un incanto che - purtroppo - gli era capitato di fare molte altre volte; ma nonostante questo Stephen era sempre stato uno meticoloso, perciò non faceva meno attenzione solo perché era un incanto che conosceva.
Non perse la concentrazione fino a che non fu certo di aver curato davvero quella ferita. Solo allora, si concesse un sospiro: «Il dolore dovrebbe diminuire fino a sparire, adesso. E la ferita dovrebbe iniziare a richiudersi più velocemente, specie se ti sono stati già applicati degli iratze.» pronunciò, tornando a sedersi nuovamente.
Immaginò di non potersene certo andare senza Magnus o senza aver riportato quanto fatto e le condizioni del ragazzo a chi di dovere, perciò tanto valeva sedersi e attendere pazientemente.
 
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view post Posted on 19/10/2011, 22:51



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Jake non provò neanche a muoversi. Il respiro non si regolarizzò prima di qualche lungo, doloroso minuto, e solo allora iniziò a rallentare, con una straziante lentezza.
Quando finalmente riuscì a respirare decentemente, e non come un disperato, sollevò la mano - pianissimo, gli faceva male ogni singola articolazione - fino a scostarsi la pezza dagli occhi. Li stropicciò leggermente con pollice e indice ed infine cercò la figura dello Stregone: «grazie.», bofonchiò a sorpresa, mentre ancora li stropicciava. E che diamine, in fondo gli aveva letteralmente salvato le chiappe, senza di lui probabilmente a quell'ora sarebbe stato mugolante nel suo letto ad implorare di morire per il dolore.
Aprì gli occhi.
Vide lo Stregone.
...No, dai, non è possibile.
Un'emozione indescrivibile - che non era proprio un conato di vomito - gli chiuse la bocca dello stomaco dopo averlo bastardamente riempito di farfalle, e ritenne dignitoso scostare lo sguardo, chiudendo le palpebre.
Non poteva assolutamente. No. Cuccia.
 
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herondale‚
view post Posted on 19/10/2011, 22:56




A lui sfuggì un sorrisetto dei suoi, di quelli sarcastici e con un filo di arroganza, ma bonaria: «Allora lo sai dire qualcosa di carino.» osservò, ma non era una vera provocazione, c'era una sfumatura di genuino divertimento a suggerirlo.
Non sospettò minimamente il reale motivo del suo socchiudere nuovamente gli occhi, figurarsi, dopo una ferita simile era assolutamente normale voler riposare: «Non c'è di che, comunque.» aggiunse, non senza un poco di impaccio che si premurò di mascherare mantenendo il tono neutro.
Dopotutto, si disse, era solo un ragazzo: anche Stephen da giovane aveva fatto tante sciocchezze.
«Riposa pure. Quando torneranno Magnus e la Cacciatrice gli riferirò le tue condizioni e andrò via.» assicurò.
 
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70 replies since 18/10/2011, 21:30   284 views
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