Suicidarsi: istruzioni per l'uso., JakeSteph <3 (YAOI!)

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view post Posted on 22/1/2012, 13:35



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Jake Lancaster

In quei giorni si era svegliato sempre più deciso e determinato: avrebbe chiesto a Stephen di uscire. Avevano affrontato insieme un paio di missioni, con la sua somma gioia, e dopo quell'improvviso viaggio nel tempo aveva scoperto un lato di lui che non credeva possibile. Uno Stephen distante, sboccato, brutale in un senso molto più palese rispetto al solito, molto meno "cattivo" di come l'aveva visto nel passato.
Non gliene aveva ancora parlato.
Ovviamente, Stephen non poteva sapere nulla di quel suo viaggio nel passato, era impossibile che "ricordasse" di averlo conosciuto, quindi non poteva sapere che Jake aveva scoperto quel lato di lui, quella sua parte di vita che non gli aveva, per dubbie ragioni, rivelato.
Dunque Jake desiderava che potesse conoscerlo sul serio, dal vivo, sentire i racconti di quella vita direttamente dalle sue labbra e non vivendoli, perché era come rubarli, farseli raccontare contro la sua volontà. Voleva conoscerlo meglio, voleva che Stephen capisse i suoi sentimenti, capisse che non erano passeggeri e superficiali.
Si era dunque vestito di nero, come al solito, evitando la divisa da Shadowhunter (dato che Stephen non sembrava precisamente adorarla) ma comunque rimanendo su quella risma di colori, coi quali si sentiva a suo agio; appena era stato pronto, e dopo essersi accordato con gli altri all'Istituto perché non ci fosse nulla da fare, si era avviato verso casa dello Stregone.
...non vedeva l'ora di vederlo. A passo affrettato, era giunto all'abitazione di Stephen in pochissimi minuti - bussò senza pensarci due volte, emozionato.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 13:44




Stephen Raine

Naturalmente Stephen non aveva immaginato nemmeno lontanamente la questione del passato; i viaggi nel tempo erano una questione molto controversa, non era né una cosa su cui si scherzava, né qualcosa che si potesse prevedere cosa venisse influenzato e cosa no. Teoricamente avrebbe dovuto ricordare, ma lo Stephen che Jake aveva incontrato - senza che quello attuale potesse saperlo - si era ben guardato dal ricordarsi di quel tizio. Proprio perché aveva scoperto essere uno del futuro, dopo averlo rispedito indietro aveva saggiamente fatto in modo di dimenticarsene - le magie oblivianti non erano poi così rare, anzi, ti salvavano da diverse situazioni scomode.
Perciò ora era lì a casa sua, senza sospettare l'arrivo di Jake, con il suo cane - l'altro Jake - accomodato sul tappeto ai piedi della poltrona sulla quale Stephen stava seduto a leggere.
Quando sentì suonare il campanello, quindi, fu ben stupito; insomma, al massimo poteva essere Magnus, e Bane non si degnava di suonare al suo campanello. Entrava e basta.
Fu drammatico raggiungere la porta senza far cadere libri - le condizioni del pavimento erano ben peggiori dell'ultima volta, il biondo lo avrebbe notato ad un primo sguardo appena fosse entrato - ma riuscì a raggiungere la porta, aprendo.
...Fu decisamente sorpreso. Ma decisamente, eh.
 
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view post Posted on 22/1/2012, 13:58



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E lì Jake si illuminò nel vederlo. Nonostante l'altro sicuramente non provasse nulla per lui, Jake sentiva sempre una sensazione di serenità avvolgerlo quando il suo sguardo incontrava il viso di Stephen.
Sorrise, come un cagnolino. Ciao. Disturbo? Posso entrare?, domandò tutto agitato, contento di essere riuscito ad arrivare fin lì senza contrattempi e di avere ancora tutta l'energia che lo aveva spinto a bussare con tutta l'intenzione di chiedergli un appuntamento.
Era venuto lì con quell'obbiettivo e l'avrebbe perseguito. E se Stephen avesse detto di no, l'avrebbe convinto con ogni mezzo, gesto o scusa.
L'altro rifiutava di default, e lui non ce la faceva più: aveva bisogno di conoscerlo meglio, per conoscere se stesso e quella nuova forza che divampava in lui quando pensava allo Stregone. Erano sentimenti quasi estranei al giovane Cacciatore, che sentiva necessariamente il bisogno di conoscerli e conoscersi.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 14:12




Non era per cattiveria o che, il suo rifiutare di default.
Ma Jake era... era così esuberante in tutto quello che faceva, compreso stare nella stessa stanza con lui, che Stephen a volte si sentiva stanco ancor prima di cominciare. Nelle missioni che aveva svolto con lui aveva dovuto riconoscergli certamente le capacità e il coraggio - non aveva dubitato per nulla, a dirla tutta, i Nephilim nascevano per essere proprio così - e aveva notato l'assoluta sconsideratezza su alcune cose come pensare prima di agire, o avere una strategia degna di questo nome che non fosse "vado, li ammazzo e torno". Ma aveva anche notato l'apprensione con cui lo sguardo di Jake era rimasto su di lui le poche volte che s'era schierato relativamente in prima linea.
Ne avvertiva i sentimenti, e si sentiva imbarazzato e - in un senso molto contorto noto solo a lui - fuori luogo; tanto più che sì, Jake gli era più sopportabile del resto della sua specie (o delle persone in generale, visto che si parlava di Stephen), ma non è che lo ricambiasse o che. Era al punto in cui stava quando il biondo si era dichiarato.
Forse gli era solo un po' più simpatico, ecco.
Si fece di lato: «Entra, stavo solo leggendo.» disse - sai che novità, Steph, davvero - aspettando che varcasse la soglia per richiudere la porta dopo di lui.
«Attenzione a dove cammini. La casa sta tornando al suo stato naturale, e quand'è così anche camminare è un'impresa.» spiegò brevemente, avviandosi per primo e approfittando del tragitto per azzardare ipotesi.
Perché Jake era lì? Un'altra missione? Quella che lui definiva - con suo grande imbarazzo - "semplice voglia di vederlo"?
...Un altro tentativo di chiedergli un appuntamento? Per Morgana, voleva ben sperare di no!
 
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view post Posted on 22/1/2012, 15:05



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Ehm, sì.
Ridacchiò, osservando che effettivamente c'erano più libri che acari della polvere, in quella casa. Beh, in effetti potresti fare concorrenza a una ventina di biblioteche tutte insieme., commentò, guardandosi attorno e cercando al tempo stesso di non inciampare rovinosamente in qualche pila alta più di lui. Arrivato nel salottino, al seguito di Stephen, notò Jake - il cane - e sorrise. Ciao, bello!, lo salutò tutto felice. Adorava quel botolo. E poi aveva il suo stesso nome, che diamine! Era come dire che poteva star sempre con Stephen solo con un pensiero onomastico (?).
Si infilò le mani in tasca. Mi fa piacere non averti disturbato in qualche modo, con ospiti o impegni del genere., affermò, un po' timido, con un sorriso lieve. Faceva spesso improvvisate del genere, e aveva avuto sempre fortuna di beccarlo da solo e senza impegni imminenti: era comunque un ragazzo, e l'avrebbe imbarazzato molto piombare lì mentre Stephen era occupato con qualunque altra cosa o persona.
Come stai?, domandò in principio. Quando Jake faceva quella domanda, era sempre attentissimo alla risposta, e non la chiedeva tanto per sprecare fiato: lui pensava sul serio alla salute fisica e mentale dello Stregone, insomma... gli interessava sapere cosa pensava, come stava, se aveva avuto il raffreddore (?), se si era svegliato con la luna storta, se aveva maldischiena... insomma, gli interessava tutto di lui, anche quelle cose tanto banali!
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 15:16




E Jake - il cane - si era ormai abituato al biondo: Stephen si sentiva profondamente tradito. Davvero. Come se l'accettazione da parte del cane implicasse doversi arrendere ad avere il Nephilim in giro per casa, cosa che Stephen considerava estremamente intima.
Si sedette di nuovo sulla poltrona, facendogli cenno di accomodarsi sull'unica porzione di divano libera - quella più vicina allo Stregone, comunque - mentre Jake-cane scodinzolava un paio di volte con il muso rivolto al biondo, a mo' di saluto.
Alla prima affermazione dell'altro, sospirò appena: «So che non è la prima volta che te lo dico, e che non sarà l'ultima, ma l'unico ospite che puoi incrociare in casa mia è Magnus, e nemmeno così spesso a dirla tutta. Per il resto, anche per lavoro incontro chiunque fuori. Perciò è ben difficile che tu possa disturbarmi con delle altre persone.» concluse. Glielo aveva già detto ma, vuoi per educazione o per quella che sospettava essere premura, continuava a farsi di quei problemi.
Alla domanda occhieggiò il libro posato in cima alla pila alla propria sinistra - alta quanto il bracciolo della poltrona appunto - accennandovi appena col capo: «Nella norma. Sto rileggendo un paio di vecchi volumi. Una vecchia amica viene a trovarmi tra qualche giorno, e finiamo sempre a fare qualche duello magico. Non me lo ha detto direttamente, ma tanto finisce sempre così. Per il resto, mi godo la totale assenze di Nephilim che mi sconvolgono l'esistenza con le loro missioni.» spiegò, ma il tono aveva ben due sfumature che Jake avrebbe potuto cogliere facilmente. Quella tutto sommato divertita dell'ultima parte - chiaramente riferita a lui - che indicava che non era particolarmente irritato da quanto avvenuto negli ultimi tempi (tanto lo pagavano), e una di affetto riferito a quell'amica che aveva nominato.
Cosa per la quale Jake era autorizzato ad andare in paranoia, visto che Stephen aveva detto altre volte che l'unico amico che considerava tale era Magnus, e che questa era - per di più - donna. E che sembrasse avere voglia di rivederla. Geh.
«Tu invece? Come mai qui?» chiese. Insomma, non era stupido: via il dente, via il dolore no?
 
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view post Posted on 22/1/2012, 15:24



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Effettivamente, Jake - dopo essersi seduto sul divano - si era appena agitato come punto da uno spillo, quando Stephen parlò della vecchia amica. Che era una donna. E Stephen - fino a prova contraria - poteva pure essere etero, eh. E pareva anche molto contento di vederla-- Jake mentalmente si disse di riprendersi, si schiaffeggiò (sempre mentalmente) e si impose di pensare razionalmente. Poteva anche essere semplicemente un'amica, e Stephen provava naturalmente piacere nel rivedere un'amica di vecchia data - chissà poi quanto vecchia, considerato che era uno Stregone di diversi secoli.
Deglutì alla domanda. Ah, beh... oggi non avevo nessuna missione che mi sconvolgesse l'esistenza., rispose scimmiottandolo con ironia, e un sorriso divertito. Perciò ho pensato di venirti a trovare., ammise, alzando le spalle. Era un po' che non ti vedevo e... ho pensato a te., rettificò, senza staccare lo sguardo da lui. Lo so che te ne ho già parlato, ma... io sono un tipo tenace. Per non dire che rompo le scatole come un cane che non molla l'osso... per recuperare l'analogia omonima con lui., ironizzò accennando a Jake-cane, che ormai praticamente scodinzolava quando lo vedeva.
Ti va... di uscire insieme?, chiese dunque, e il suo sguardo era davvero quello di un cagnolino. Le analogie con un rappresentante della razza canina, in effetti, erano tante, e Jake le impersonava tutte alla perfezione.
Non che questo fosse un complimento.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 15:45




La cosa bella era che se solo si fosse spinto a chiedere qualcosa in più come semplici e legittime curiosità, Stephen avrebbe distrutto quei castelli in aria in un istante. Ma dal momento che non aveva domandato nulla, lo Stregone non aggiunse altro - non gli pareva carino fare una testa così a qualcuno su una persona che non conosceva e di cui quindi, giustamente, non gli interessava granché. E poi non era da Steph.
...Era partita bene, la risposta, davvero. Ma si era infognata nelle solite argomentazioni che lo facevano sentire a disagio, a cominciare da quel - fin troppo sincero - "ho pensato a te". Aveva già capito dove stessero finendo, ma gli lasciò comunque finire la frase.
Si sistemò appena contro lo schienale della poltrona e chiuse gli occhi, concedendosi un sospiro palese, come a dire "ci risiamo".
«Che Morgana mi fulmini, tu non ti arrendi proprio mai, Lancaster.» fu il primo commento che si fece sfuggire fra le labbra, aprendo nuovamente gli occhi e iniziando a farli vagare per i libri che ormai tappezzavano casa. Cosa che di solito faceva quando stava per iniziare a rifiutare l'invito.
«Tralasciando tutte le motivazioni per rifiutare che ti ho già propinato le altre due volte che me lo hai chiesto. Se usciamo insieme, sei cosciente del fatto che non ho nessuna intenzione di fare il fidanzatino, che non andremo in giro mano nella mano, che non andremo in un posto buio e chiuso come un cinema - dove sarebbe peraltro inquietante vedere due uomini andare da soli, immagino - e che non ci sarà uno scambio di parole vagamente naturale per i primi trenta minuti?» osservò in maniera quasi deprimente.
Insomma, Jake non aveva idea di quanto tempo fosse passato dal suo ultimo appuntamento pseudo-pro-conoscenza-di-un-potenziale-qualcosa-nella-mia-vita. Un'esistenza intera!
Lo osservò, notando lo sguardo da cagnolino, praticamente: «Mi stai sfinendo.» se ne uscì - quanto sei dolce, Steph - «E va bene, facciamo questa benedetta uscita insieme. Anche se continuo a non capire cosa ti aspetti da questa specie di...» indugiò, sentendosi in imbarazzo nel pronunciare la parola "appuntamento".
Oh per l'amore di Circe, non aveva mica mezzo secolo!
«...appuntamento.» concluse quindi. Guardando i libri, altrimenti si sentivano trascurati, tch.
 
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view post Posted on 22/1/2012, 16:07



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Jake cominciava già a temere la stessa reazione dell'altro. La sua forza mentale, quella che lo riempiva di entusiasmo e lo spingeva a provarci con lo Stregone, iniziava ad esaurirsi. Era un ragazzo, era giovane ed era energico: quando aveva capito di essersi affezionato a Stephen, non ci aveva pensato due volte prima di farglielo capire e provarci, ma... Stephen continuava ad essere freddo, a mostrarsi infastidito, a respingerlo, a fare di tutto perché non ci provasse più.
Lui, caparbio, aveva continuato ad insistere, palesemente e non, perché era giovane e perché era entusiasta.
Ma... iniziava a deprimersi. Possibile che Stephen non gli volesse neanche un po' di bene? Dopo tutto quel tempo che bene o male avevano passato assieme? Se la risposta fosse stata "no", Jake avrebbe seriamente rischiato di buttarsi giù pesantemente.
Proprio a dimostrazione di quanto fosse facile renderlo contento, anche per una cosa semplice, non appena Stephen gli fece capire di aver accettato, da che si era mezzo incassato nelle spalle Jake si rialzò a sedere, bello dritto e con la sua postura solita, con un gran sorriso sulla faccia e... Jake-cane prese a scodinzolare in sua vece, nemmeno avesse colto la necessità di Jake di volerlo fare ma non poterlo fare per mancanza di coda.
Che bello! Davvero? Grazie!, esclamò tutto felice, quasi confuso, rimbambito da quell'improvviso assenso. Io non voglio le cose che hai detto prima, andare al cinema insieme, camminare mano nella mano e cose simili. Io voglio uscire con te per conoscerti meglio. E' ovvio che dopo vorrò altre determinate cose, ma... que-questo è normale!, esclamò galvanizzato, e un po' rosso in viso. Io-io non voglio fare l'animale. Vorrei conoscerti, fuori dalle mura di questa casa o dell'Istituto, in una situazione normale, come se non fossimo ciò che siamo... una cosa semplice, un'uscita, una cena, qualcosa. Qualcosa fuori dall'ordinario., spiegò, gli occhi un pelo lucidi per l'emozione. Spiegargli cosa voleva era molto più imbarazzante di quanto non fosse compiere l'atto in sé, però a quanto pareva Stephen abbisognava di una spiegazione diretta e precisa.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 16:25




Lo inquietò anche un po' il fatto che bastasse così poco per un cambiamento simile nel biondo. Sospirò nuovamente, sentendo quelle parole - e omettendone una parte per il bene della propria dignità e del proprio disagio - lasciando che finisse.
Anche se almeno un'uscita alla Stephen doveva averla: «"Come se non fossimo ciò che siamo"...» ripeté, quasi assaporando le parole, quasi avesse bisogno di pensarci bene per capirle del tutto «Ma lo siamo. Uno Stregone e un Nephilim, lo siamo.» disse, quasi distante.
Era quello che era, segnato dal passato che aveva avuto, padrone del presente che viveva, e speranzoso di poter influenzare il più possibile lui stesso il proprio futuro. Non c'era altro, non sarebbe mai stato uno Stephen più spensierato di così... perché lui era lui, era soprattutto il suo passato, e quello lo rendeva niente più di ciò che Jake poteva vedere. Che non era né più né meno di ciò che poteva offrire.
Scosse impercettibilmente la testa: «Voglio mangiare in un fast food. Non mi ci sono mai sprecato molto, per la verità, non mangio spesso fuori o tra i mondani» ammise «però Magnus una volta ha invaso casa con cibo da fast food. Ammetto che il cheeseburger ha delle potenzialità nascoste.» concluse, con un sorrisetto divertito e leggero.
Beh, insomma, era pur sempre una proposta "fuori dal loro ordinario", no? Si stava impegnando. Visto che stava glissando sul resto, coff.
«Conoscermi, hai detto.» ripeté, quasi ripensandoci «Per esempio?» chiese, davvero incuriosito stavolta. Che ci poteva essere di così strano in lui da spingere qualcuno alla curiosità su ciò che lo riguardava?
 
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view post Posted on 22/1/2012, 16:30



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Lo erano. Non poteva negare che essere un Nephilim aveva condizionato tutta la sua vita, non rappresentava solo una parte della sua esistenza che poteva essere benissimo ignorata, ma rappresentava tutta la sua ragione di essere.
Eppure, con Stephen, tutto quello si annullava. Era un normalissimo ragazzo, con le sue pulsioni e le sue emozioni, e Demoni e armi angeliche e rune e tutto il resto rimanevano fuori da quei sentimenti. Era ciò che rendeva Stephen così indispensabile. Nonostante tutto, nonostante il suo passato, nonostante le ferite ancora aperte che gli bruciavano.
Ridacchiò riguardo al cheeseburger, e sì: immaginare lui e Stephen in un McDonald's lo emozionò più del previsto, e soprattutto lo fece sorridere genuinamente. Era un posto così normale che avrebbe risposto in pieno alle sue esigenze.
Alla domanda, comunque, gli occhi luccicarono un istante.
Per esempio, uhm... come hai fatto a diventare così calmo e posato., replicò, cogliendo subito l'opportunità all'amo. Quando eri così sboccato, in passato... oserei dire anche un pochino brutale., insinuò, senza malizia o cattiveria, per carità, semplicemente era una constatazione assolutamente normale, dopo che aveva provato sulla sua pelle quanto fosse stato "rude" lo Stephen del passato.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 16:50




Ecco. Quello lo stupì non poco e non poté nemmeno pensare di fingere il contrario. Come diamine faceva Jake a sapere di com'era stato una volta?
«...non voglio nemmeno sapere perché tu abbia avuto modo di vedere com'ero in passato.» chiarì subito, fissandolo in maniera eloquente. Si prese qualche istante per ponderare la cosa, cercando di analizzare la situazione. Era stato un cambiamento graduale, anche se questo Jake non poteva saperlo, però ricordava grosso modo in quale periodo era stato particolarmente... vivace, ecco.
«Ero più giovane. E molto, molto più arrabbiato di ora. Parliamo almeno di quattrocento anni fa, immagino. Il periodo dovrebbe essere quello.» ponderò ad alta voce, facendo viaggiare lo sguardo da lui ai libri, alle finestre, a Jake-cane, poi di nuovo a lui.
«E' stato solo il tempo, immagino. E scoprire che non è sempre un bene andare a provocare altri Nascosti. E fare il gradasso con i mondani era troppo facile, alla lunga ha perso di attrattiva immagino.» ammise con un sorriso divertito e quasi furbo, che forse poteva ricordare un po' quello Stephen di allora.
«Però almeno la vita intorno a me era più movimentata, no? A meno che io non ti abbia preso a pugni. Lì, magari, non deve esserti piaciuto granché.» lo prese in giro.
 
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view post Posted on 22/1/2012, 20:06



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Ascoltò tutto, interessato come aveva detto di essere, e annuì diverse volte, lasciandosi sfuggire dei sorrisi o delle espressioni serie ricolme di comprensione.
Sul finale poi, ridacchiò: sì, effettivamente c'è stata un po' di colluttazione., rivelò. Però... un po' t'invidio. In maniera del tutto ingenua, eh, non voglio che tu fraintenda o altro., spiegò. Il tempo... purtroppo io non ne avrò tanto, dalla mia parte. E mi sento molto infantile, in un modo che forse resterà nella mia vita per parecchi anni. Anche se dovessi crescere, e affrontare le naturali conseguenze del mio essere Nephilim, forse non avrò mai davvero letteralmente il tempo di crescere mentalmente, di cambiare alcune parti del mio carattere che non mi piacciono. Cioè, io - per una serie di sfortunati eventi - ho visto com'eri circa quattrocento anni fa, e ti vedo ora. Sei... cambiato tantissimo. E non so ancora se è stato un bene o un male per te. Quello che voglio dire è che... non so se un giorno o l'altro potrò cambiare anch'io così tanto., spiegò. Si era vagamente incartato e non seppe dire di essersi spiegato oppure no.
Sperò che Stephen avesse capito, altrimenti avrebbe comodamente riprovato a spiegargli con altre parole, era lì per quello. Lui voleva conoscere lo Stregone, era più che vero, ma allo stesso tempo desiderava che il moro conoscesse lui, che non rimanessero estranei in senso unilaterale, insomma.
 
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herondale‚
view post Posted on 22/1/2012, 20:20




Forse, in un modo o nell'altro, capì il discorso un po' contorto di Jake.
Sorrise, un sorriso strano per la verità: era gentile, di chi comunque ha capito cosa stai dicendo e vuole tranquillizzarti in tal senso, ma aveva un'ombra che solo Magnus Bane avrebbe potuto interpretare correttamente, un'ombra fatta di amarezza e di una rabbia sopita da tempo di cui però sarebbe rimasta traccia per l'eternità.
...Già, l'eternità. Jake non l'avrebbe avuta davanti a sé, esattamente come aveva detto: forse più tempo di un mondano, ma mai il tempo di un Nascosto. Anche per quello, pensò Stephen in quel momento per la prima volta, forse stava cercando di tenerlo lontano.
Non sapeva se sarebbe mai arrivato ad innamorarsi di nuovo e se sarebbe stato di Jake, ma... probabilmente non era in grado di sostenere il dolore di perdere un altro compagno; non ce la faceva con i cani che accompagnavano la sua vita da secoli, figurarsi con una persona.
Forse era davvero tutta lì la questione, e forse avrebbe dovuto dirglielo subito: ma, al tempo stesso, aveva quasi l'assoluta certezza che Jake - così giovane, entusiasta, e senza l'esperienza che poteva aver avuto lui - non avrebbe capito. Avrebbe sempre avuto la sua visione ottimista delle cose, come "godere di ciò che si aveva in quel momento", e simili. Lo pensò, chiudendosi nel silenzio senza accorgersene, per diverso tempo che forse fece dubitare Jake di non essersi fatto capire o di aver detto qualcosa di strano o sbagliato.
«Forse sono cambiato così tanto, perché sapevo di avere così tanto tempo da dover vivere.» concluse, come se avesse ragionato per tutto quel tempo per arrivare a quella risposta: «Forse se avessi avuto la certezza che la mia vita potesse avere una fine in cento, anche duecento anni, avrei continuato ad essere arrabbiato, a lasciarmi guidare da qualsiasi istinto o impulso emotivo avessi. Sarei stato meno tollerante, questo è certo, ma sarei stato anche più...» esitò per un attimo a dirlo «vivo.» concluse poi, spostando di nuovo lo sguardo verso la finestra, com'era avvenuto nella stanza dell'Istituto in cui lo aveva curato e in cui avevano parlato una delle prime volte.
«Ma la consapevolezza di avere l'eternità... se non fossi mai cambiato, alla fine mi sarei sicuramente consumato dall'interno.» ammise, spostando lo sguardo su di lui. Avrebbe voluto fare un'espressione incoraggiante, ma gli uscì più qualcosa che sembrava dire "vedrò sparire anche te, come tutti i mortali" o affini: «Non pensare che avere tempo sia solo positivo. La tua vita sarà bella proprio perché ad un certo punto, quando sarai stanco e non ne potrai più, quando avrai visto non tutto ciò che esiste ma tutto ciò di cui avevi davvero bisogno, potrai dire "finalmente" e riposarti come meriti. Non è così male, ad un certo punto, liberarsi un po' di tutto. Anche di se stessi. Non è così male.» pronunciò con tono morbido, ma lontano, distante.
Quante volte, era stato macerato dal conflitto di voler morire come i mondani e non voler avere nulla a che spartire con loro? Tante.
Troppe.
 
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